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Gubitosi rianima Tim, Mediobanca: fino a 7 centesimi di recupero in vista

Milano Finanza

23-01-2020  | Link https://www.milanofinanza.it/news/gubitosi-rianima-tim-mediobanca-fino-a-7-centesimi-di-recupero-in-vista-202001231024152599 Invia Invia mail ad un amico Stampa Stampa

Il ceo ha confermato che sono in corso colloqui con Open Fiber per fondere i loro asset in fibra ottica. Tim ha trattative anche su torri, dati e cloud. Al Capital Markets Day dell'11 marzo focus su consolidamento in Brasile, conversione delle azioni di risparmio, ritorno del dividendo per l'azione ordinaria
di Francesca Gerosa

Il titolo Tim guadagna l'1,28% a 0,5058 euro in borsa all'indomani delle dichiarazioni del ceo, Luigi Gubitosi, il quale ha confermato che sono in corso trattative con Open Fiber, controllata di Enel, per fondere i loro asset in fibra ottica, ma ha anche detto che "c'è sempre un piano B", senza fornire ulteriori dettagli su tale piano alternativo. Sul dossier della rete in fibra "non c'è un problema economico perché abbiamo riscontrato molto interesse da fondi di private equity a investire come soggetti passivi", ha chiarito ieri Gubitosi in occasione del convegno di Asati.

Grandi fondi, tra cui Ardian, Macquarie, Wren House Infrastructure, Allianz, Goldman Sachs, KKR e Brookfield hanno presentato le loro offerte non vincolanti prima di Natale. Dunque, "i soldi non saranno un problema, non in questo periodo con tassi così bassi nel mondo". Comunque, in caso di mancato accordo con Open Fiber sulla rete, "nella vita c'è sempre un piano B. Non è che si può fare aspettando Godot. Ci sono interlocuzioni in corso", ha precisato l'ad.

Inoltre il top manager ha dichiarato che il 2019 "è stato un anno soddisfacente" nonostante il difficile contesto competitivo (Iliad). "Stiamo facendo grandi investimenti, continueremo a farmene nell'anno e questo richiede grandi capitali", ha previsto Gubitosi, fiducioso che al 2021 "il tema del debito sarà risolto". In effetti, nei primi 9 mesi del 2019 la generazione di cassa del gruppo è stata molto significativa (1,2 miliardi di euro) ed è continuata anche nel quarto trimestre dell'anno.

"Quest'anno il debito si ridurrà, per la prima volta, in maniera significativa rispetto agli ultimi anni su base ordinaria. Questo dovrà continuare: abbiamo una serie di operazioni straordinarie in programma. Il nostro obiettivo è continuare a ridurre il debito perché ci impedisce di essere normali come le altre aziende", ha concluso Gubitosi, dando appuntamento al Capital Markets Day del prossimo 11 marzo.

E' apparso ottimista anche il presidente di Tim, Salvatore Rossi, il quale, sempre in occasione del convegno di Asati, ha osservato che il valore del titolo in borsa "è inferiore alle potenzialità che ha" e quindi è convinto che "possa salire". Rossi ha anche detto di aver trovato in cda "un clima eccellente, di rispetto reciproco, di ascolto". Un clima molto diverso da quello esistente prima nel periodo dello scontro tra i principali azionisti di Tim, Vivendi con il 23,943% e il fondo Elliott con il 9,722%. "C'è stato un cambiamento e l'avvento di Gubitosi come ad è stato un elemento fondamentale in questo cambiamento".

L'implementazione di una singola rete fa parte della visione positiva che Mediobanca Securities ha su Tim: rating outperform e target price a 0,79 euro. "Gli sforzi congiunti nell'implementazione della fibra potrebbero accelerare il processo e far risparmiare denaro, il che sarebbe una buona notizia per Tim e Open Fiber, così come per l'intero paese, a nostro avviso", commenta Mediobanca. Naturalmente governance e valutazione rappresentano gli argomenti chiave da discutere e sono cruciali per il raggiungimento un accordo che possa sbloccare un valore significativo, se correttamente implementato.

Nel complesso, nota Equita (rating buy e target price a 0,64 euro), "abbiamo tratto l'impressione che Gubitosi sia fortemente impegnato e motivato nell'esecuzione del piano e che veda opportunità di creare valore al di là dell'opzione Open Fiber, che ci sembra complessa ma non tramontata. Sul piano politico, la posizione più netta a supporto della rete unica è stata espressa dall'onorevole Gasparri di Fi, mentre Alessandro Morelli della Lega ha evidenziato la necessità di recuperare il ritardo rimettendo il dossier al centro del dibattito parlamentare e Enza Bruno Bosso del Pd ha supportato interventi a favore del coinvestimento, pur lasciando alle aziende la responsabilità di definire accordi di fusione".


L'andamento del titolo Tim in borsa è stato estremamente debole da inizio anno dopo essere stato il migliore tra le tlc europee nel 2019. "A nostro avviso, questa debolezza è da addebitare al flusso di notizie incerto sulla trattativa con Open Fiber viste le indiscrezioni dei giorni scorsi che suggerivano che i colloqui su una singola rete sono in stallo, mentre a novembre il flusso di notizie suggeriva che l'accordo era vicino. Fino a ieri non c'era stata nessuna comunicazione da parte della società", spiega Mediobanca.

Comunque, la banca d'affari vede un recupero del titolo Tim in borsa. "Segnaliamo che il contributo delle torri e del Brasile si attesta sopra 9 miliardi di euro o l'86% della capitalizzazione di mercato domestica: vediamo materializzarsi presto un recupero tra 5 e 7 centesimi di euro. Inoltre, l'appetito per gli asset infra tlc è a livelli estremamente elevati e Tim ha trattative in corso su fibra, torri, dati e cloud. Il Capital Markets Day fissato per l'11 marzo sarà un appuntamento catalizzatore con focus sul consolidamento in Brasile, la conversione delle azioni di risparmio, il ritorno del dividendo per l'azione ordinaria, inoltre verranno eventualmente forniti i dettagli sui data center", conclude Mediobanca.

Anche Fidentiis continua a consigliare il titolo Tim (buy e target price tra 0,95 e 1 euro), ritenendo che una fusione tra Open Fiber e il colosso tlc sia il miglior risultato possibile in quanto consentirebbe a Tim di ridurre significativamente gli investimenti. Inoltre, "riteniamo che disporre di un'unica rete possa consentire loro di ottenere una remunerazione modello Rab. D'altra parte, vale la pena sottolineare che la conferma di Francesco Starace come ceo di Enel è prevista per marzo e, quindi, non ci aspettiamo notizie su Open Fiber fino al secondo trimestre di quest'anno".

La visibilità su un potenziale piano B è bassa e il rischio di una concorrenza di Open Fiber in caso di mancato accordo resta intatto. Tuttavia, anche gli analisti di Banca Imi continuano a essere fiduciosi che tutte le parti interessate possano convergere sull'opportunità di avere un'unica rete, in cui la questione chiave è chiaramente il controllo della stessa.

Per quanto riguarda la valutazione di Open Fiber, la simulazione di Banca Imi punta a un enterprise value compreso tra 3,4 e 3,9 miliardi di euro in base al multiplo implicito nell'acquisizione di Metroweb e a un enterprise value tra 4,3-5,3 miliardi di euro in base al piano industriale della controllata di Enel. Supponendo un debito netto di 1,6 miliardi di euro per la società alla fine del 2019, i range diventano, rispettivamente, 1,8-2,3 miliardi di euro e 2,7-3,7 miliardi di euro.

   
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